Pubblicati da Francesco Serafini

Messa Comunitaria del 27/10/2007 – 30° Domenica Tempo Ordinario – Anno C

Trascrizione dell’omelia dell’ultima messa comunitaria celebrata a Rimini da don Oreste.
Guardando la Parola di Dio oggi mi viene da collegarla a tre parole: simpatia, sintonia e sinfonia. Cos’è la Comunità Papa Giovanni? È una Comunità di gente simpatica perché è totalmente in simpatia con Cristo; è una Comunità di gente in sintonia per cui ha il sorriso sul volto perché il bene prevale sul male. Pensate a quando arrivano gli ultimi, i disperati, i carcerati e il tuo cuore è in sintonia con quello di Gesù e in ognuno di loro incontri Gesù e quindi viene fuori una Comunità che è una sinfonia, la sinfonia di Dio. Questa sinfonia si ripercuote sugli altri.

Messa Comunitaria del 27/01/2007 – 4° Domenica tempo ordinario – Anno C

Io distinguo tre gradini nel cammino della vita spirituale. Il primo è questo: “Signore, io do tutta la mia vita per te”. Sono come preso dalla vigna di Dio, però corro il rischio di amare più la vigna che il vignaiolo, più la canzone che il cantante, per cui mi lascio travolgere.
Poi c’è il gradino definitivo, fondamentale che è questo: “Signore, tu mi hai conquistato”.
Infine c’è un terzo grado nel quale tu entri nella contemplazione. Finalmente sei in quella luce e dici: “Non ragiono più alla moda degli uomini, ma secondo Dio”.

Dove batte il cuore dei giovani

Tratto dal “Corriere Romagna di Rimini”

Il cuore dei giovani non è sclerotizzato. I sentimenti di amore, di giustizia, di verità, di uguaglianza, di onestà, sono ancora vivi in essi. Hanno forza di ribellarsi contro un’ingiustizia perché la sentono insopportabile. Essi sentono il fascino del Cristo, perché lui non si adatta al compromesso e chiede o tutto o niente, benché non spenga il lucignolo fumigante, non rompa la canna inclinata.

In ricordo di Anna

Tratto da “IL CENACOLO”
Anna era una delle migliaia di ragazze nigeriane venute in Italia ingannate con la promessa di un lavoro onesto e ben retribuito. L’incontro con il Papa ha segnato profondamente e per sempre la sua vita. Le sue lacrime e le sue parole hanno commosso il mondo. Anche la sua morte ha proclamato che la prostituzione è l’errore e l’orrore che gli uomini vivono e producono considerando la donna come oggetto e possesso e non come persona. Nessuna persona può essere comprata o venduta.
Tanto meno nessuna donna può essere usata come merce da comprare o da vendere.

Una chiesa disarmata e assediata

Tratto dal “Messaggero di Sant’Antonio”
Qual è il punto debole della Chiesa oggi? In tutti gli appartenenti alla Chiesa non c’è la consapevolezza di essere popolo di Dio, con una missione da portare avanti insieme, come popolo, nella storia. Questa è l’ora di una svolta storica: non limitarsi a formare le coscienze dei singoli, ma formare un popolo in cui le coscienze dei singoli respirano e si formano. Occorre proclamare lo stato di emergenza nella Chiesa cattolica per raggiungere la coscienza di popolo da subito; domani è forse troppo tardi.

I bisogni nuovi dei nostri giovani

Tratto dal “Corriere Romagna di Rimini”

Siamo in una fase storica più vera che va oltre la realtà presente e pone l’esigenza di motivi globali e permanenti, che stanno più dentro la libertà del cuore dell’uomo. E i giovani sono i primi ad avvertirla. Essi sentono, non solo oggi ma da sempre, il bisogno profondo di essere protagonisti della storia, senza essere ammalati di protagonismo.

Questi giovani senza più radici

Tratto dal “Corriere Romagna di Rimini”

«Oggi il dramma di molti giovani sembra essere quello di non sapere dove piantare le proprie radici, di non sapere quale spazio occupare, per quale diramazione orientare la propria persona.La paura che gli adulti hanno della vita, la paura di sacrificarsi, la paura di proporre una vita di valori in nome di una illusoria libertà si ripercuote sui giovani come delle potature violente».Di fronte all’ennesimo suicidio di un giovane, don Oreste riflette sulle cause.

«Il mio Capodanno sulla strada dei dimenticati»

Tratto da “Avvenire”
Ci sono dei poveri che ci vengono a cercare, ma ce ne sono altri che non vengono. Quelli dobbiamo cercarli noi. In questa ottica, nell’ultima notte dell’anno siamo partiti per un cammino tra le varie realtà dell’emarginazione. Perché questo giro notturno? È uno dei tanti che compio settimanalmente per incontrare i fratelli e le sorelle che non vengono spontaneamente. Il sacerdote è padre, il padre cerca i figli ovunque si trovino, e in questa ricerca coinvolge anche i fratelli che sono in casa con il padre. È pastorale d’assalto o è pastorale che chiede perdono?

Carità senza il vangelo?

Tratto dal “Messaggero di S. Antonio”

Dobbiamo dare ai poveri, agli ultimi, le risposte ai bisogni che essi oggettivamente hanno, che ci gridano dalla loro situazione reale. Non possiamo «fare qualcosa» per zittire la nostra coscienza. «Qualcosa» purché non ci scomodi, purché non esiga alcun nostro cambiamento, tanto meno qualche rischio. Fare «qualcosa» che non turbi le nostre alleanze, che non dia fastidio ai potenti da qualsiasi parte si trovino.La Chiesa non deve solo portare la croce del fratello, ma deve scovare chi fabbrica le croci e imporre che si smetta di fabbricarle. La chiesa deve abbattere le fabbriche dei poveri e non limitarsi a soccorrere i poveri.

La strategia dei mondi vitali

I primi cristiani avevano fatto la libera scelta di “essere” insieme, di “esistere” insieme. Si erano convertiti a Cristo e Gesù era il loro nuovo “essere”, che dava origine al nuovo “essere comportamentale comune”. Come realizzarlo oggi?
La prima linea strategica parte dal basso. Occorre che le persone che non accettano le regole del profitto e che vogliono intraprendere la strada del gratuito s’incontrino per dare vita a “mondi alternativi”, fondati su un sistema di relazioni interpersonali basate sul gratuito. All’interno di questi “mondi vitali” deve nascere non tanto la elaborazione teorica, quanto la sperimentazione di vita.