Dopo aver avviato numerose opere innovative in risposta alla marginalità sociale, don Oreste Benzi formulò l’idea di società che tali realtà contenevano in sé stesse: la Società del gratuito. Le Case Famiglia, le Comunità terapeutiche, le Cooperative Sociali – solo per citare le prime opere – erano chiamate da don Oreste “mondi vitali nuovi”, fondate su un sistema di relazioni interpersonali basate sulla gratuità. È un’idea inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando è fragile. È una chiamata alla conversione ed alla responsabilità personale, perché “ognuno detiene il bene dell’altro”.

I fondamenti della società del gratuito

In occasione del Convegno Nazionale “La Società del Gratuito: Ripartire dagli ultimi, davvero!” organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII nel settembre 1994 a Rimini, don Oreste Benzi espone per la prima volta in maniera organica e approfondita la sua visione di una nuova società non più basata sul profitto e sulla sopraffazione del più forte a scapito dei più deboli, ma sulla logica della gratuità, della ricerca del bene di tutti “perché nel bene di tutti c’è anche il bene dell’individuo”.

Nella relazione qui trascritta, don Oreste analizza prima la società del profitto e poi la società del gratuito, partendo da alcune esperienze storiche. Propone quindi due linee strategiche per poter realizzare da subito “mondi alternativi”, “mondi vitali nuovi”, dove poter esperimentare i principi di vita alla base di questa società dell’amore.

La ribellione necessaria, la rivoluzione possibile

Nell’ottobre 1996, a due anni di distanza dal Convegno Nazionale del 1994, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza sempre a Rimini un Convegno Internazionale: “La Società del Gratuito: sradicare il sistema che crea la povertà”. Si vuole verificare i passi concreti già compiuti, allargando gli orizzonti alla dimensione mondiale.

La relazione introduttiva tenuta da don Oreste Benzi è l’occasione per riprendere e approfondire la proposta della società del gratuito, come nuovo modello di vita e di società, irrimediabilmente alternativo all’attuale sistema ingiusto e immorale con cui non è possibile scendere a compromessi.

Il testo evidenzia la somma dei fattori che creano miseria e oppressione, denuncia con ancor più forza l’arroganza del sistema attuale, sa indicare segni di speranza per la costruzione di una nuova società, la società del gratuito.

Quali passi verso la società del gratuito

Nel maggio 2003, la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza un Forum interno di due giorni, con la presenza di diversi membri provenienti da varie parti del mondo, dal titolo: “Giustizia e Pace nell’era della globalizzazione. La società del gratuito: un altro mondo possibile”.

È l’occasione per un approfondimento sulla globalizzazione ed un rilancio della proposta della società del gratuito, alla luce dei cambiamenti avvenuti dentro la Comunità stessa e sulla scena internazionale, per cercare di capire qual è il contributo specifico di valori e di idee, ma anche di iniziative concrete, a cui la Comunità Papa Giovanni XXIII è per prima chiamata.

Di fronte alla realtà drammatica che è davanti ai nostri occhi, afferma con forza don Oreste, è giunto il tempo di una vera rivoluzione: dobbiamo superare la giustizia umana e vivere come un popolo nuovo in cui si vive gli uni per gli altri.