Una chiesa disarmata e assediata

Questa è l’ora di una svolta storica: non limitarsi a formare le coscienze dei singoli, ma formare un popolo in cui le coscienze dei singoli respirano e si formano.

Qual è il punto debole della Chiesa oggi? In tutti gli appartenenti alla Chiesa non c’è la consapevolezza di essere popolo di Dio, con una missione da portare avanti insieme, come popolo, nella storia. Pietro, nella sua prima lettera, rivolgendosi ai battezzati dice: «Voi siete la stirpe eletta, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Lui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi, che un tempo eravate non-popolo, ora invece, siete il popolo di Dio».
La coscienza di essere popolo di Dio è il perno centrale su cui deve poggiare tutta la vita della Chiesa. Nella misura che questa consapevolezza è scarsa, è anche scarsa la vita della Chiesa e la sua incidenza nella storia. Nella misura che questa coscienza è chiara, forte, intensa, la vita della Chiesa è vigorosa e la salvezza arriva all’ umanità. Nella misura che questa coscienza scompare, in eguale misura fallisce la missione di salvezza della Chiesa.

Con la «riforma», un individualismo esasperato ha preso piede nel mondo protestante. Il libero esame della Bibbia, l’eliminazione della Chiesa come mediazione nel rapporto con Dio, hanno distrutto la dimensione comunitaria della Chiesa. La controriforma cattolica ha salvato la Chiesa come aggregazione di uomini redenti da Cristo. Tuttavia si è andato accentuando il cammino individuale verso Dio. Si è sempre più sviluppata la devozione ed è scomparsa la rivoluzione portata avanti nella storia come popolo, come Chiesa.
Sembra paradossale affermare che la Chiesa è stata eclissata dalla santità dei suoi figli, verso i quali c’ è tanta devozione, ma le strutture di questo mondo intrise di peccato e d’ingiustizia non vengono neppure scalfite. La Chiesa appare più come un’unione di devoti, anziché un popolo con una missione da compiere. La Chiesa viene disarmata dai suoi stessi figli: i credenti invece di annunciare con la vita e con la parola che Cristo è il salvatore dell’ umanità e che in nessun altro, al di fuori di Cristo c’è la salvezza, tante volte nascondono questa verità assoluta.
Si va verso un sincretismo religioso pratico strisciante. I cattolici non hanno sufficiente senso della verità di cui sono depositari e talora sembrano chiedere scusa di esistere.

La Chiesa è disarmata al suo interno ed è assediata dall’esterno.
Qual è lo scopo di tante sette religiose, di taluni fondamentalismi che tanto si agitano nei nostri giorni? Far fuori la Chiesa cattolica per sostituirsi ad essa. A qualcuno fa comodo che trionfino le sette che pensano solo all’aldilà e tengono sottomessi gli adepti nell’al di qua!
La Chiesa non solo è assediata, ma anche soporizzata perché si dedichi solo alle opere caritative e lasci in mano d’altri la cultura. La Chiesa non può cedere il campo, è in gioco la salvezza del mondo.

Questa è l’ora di una svolta storica: non limitarsi a formare le coscienze dei singoli, ma formare un popolo in cui le coscienze dei singoli respirano e si formano. In pratica: si prende coscienza di essere popolo quando noi traduciamo il pensiero di Cristo negli eventi piccoli e grandi della vita insieme. «Quando la vita interpella la fede, riunisci i fedeli e fa rispondere alla vita secondo la fede». Cristo è il principio della nuova umanità. Il popolo di Dio che opera in Cristo, con Cristo, per Cristo, affronta, come popolo, i problemi che devono essere risolti secondo la luce che Egli ci dà: alla tua luce, Signore, vediamo la luce.
Aborto, schiavitù delle donne usate per fare soldi con il sesso da criminali spietati, disoccupazione, barboni, bambini senza famiglia, ammalati di aids, anziani soli, vita consacrata, bisogno di preghiera e contemplazione, scuole, giovani, istruzione religiosa, e mille altri problemi devono essere affrontati e risolti da un «noi» di popolo cattolico.
Tutte le componenti del popolo cristiano, parrocchie, aggregazioni ecclesiali, movimenti, ognuno secondo il dono specifico, devono assumersi l’impegno di fare nuove tutte le cose perché si realizzino cieli nuovi e una terra nuova. Occorre proclamare lo stato di emergenza nella Chiesa cattolica per raggiungere la coscienza di popolo che vive in modo stupendamente espresso dalla lettera a Diogneto: «I cristiani sono l’anima del mondo». Da subito; domani è forse troppo tardi.


Articolo apparso nella rubrica “Provocazioni
sul mensile “Messaggero di Sant’Antonio” – Luglio/Agosto 2000, n.1164