In ricordo di Anna

Anna era una delle migliaia di ragazze nigeriane venute in Italia ingannate con la promessa di un lavoro onesto e ben retribuito. Aveva subito il rito woodoo, da loro chiamato “Jujù”, che l’aveva resa prigioniera delle maledizioni e delle minacce di essere uccisa o fatta diventare pazza dagli dei intermedi che proteggono il “creditore”, qualora non avesse mantenuto l’impegno del pagamento che il racket richiede.
È stata costretta a consumare sesso nei night, sulle strade. L’Aids che ha contratto durante le prestazioni sessuali la terrorizzava, non sarebbe più potuta tornare in Nigeria, perché temeva che invece di essere curata avrebbe trovato qualcuno che le avrebbe fatto un’iniezione per sopprimerla. Non voleva domandare il permesso di soggiorno per malattia. Noi l’abbiamo sempre curata con l’amore e con grande attenzione, per questo lei ci era tanto grata.

Viveva un profonda relazione con il Signore che lei amava. La corona del Rosario e la Bibbia erano sempre fra le sue mani, si nutriva con la lettura della parola di Dio, pregava con i salmi, diceva il Rosario continuamente e viveva unita al Signore. La malattia le procurava stati d’animo alterati: passava da momenti di grande tenerezza a comportamenti difficili a controllarsi per cui metteva a dura prova coloro che l’accoglievano con grande amore e dedizione.

L’incontro con il Papa ha segnato profondamente e per sempre la sua vita. Era stupita che Dio le avesse concesso questo dono per lei inimmaginabile. Ha visto nel Pontefice Giovanni Paolo II il papà; da lui è stata consolata, accarezzata come una figlia nei capelli e sul volto mentre piangendo gli diceva: “Papà, libera le ragazze sulla strada come me … Io mi sono ammalata … Papà la vita sulla strada è dura, è brutta … Papà sulla strada ci sono molte giovani, ma anche tante bambine … Papà libera le bambine dalla strada”.

Lo stesso giorno dell’incontro con il Papa, il 24 maggio 2000, il ministro nigeriano Pinder ci ha ricevuti presso l’ambasciata. Egli rivolgendosi ad Anna ha detto: “Dio ha preparato il tuo incontro con il Santo Padre. Dio facendoti incontrare con il Papa ti ha dato la missione di liberare le tue sorelle sulla strada costrette a prostituirsi. Tu non venire meno a questo compito”.

Unita a Cristo sofferente e crocifissa con Lui ha fatto risplendere la luce della risurrezione.
Le sue lacrime e le sue parole hanno commosso il mondo. Anche la sua morte ha proclamato che la prostituzione è l’errore e l’orrore che gli uomini vivono e producono considerando la donna come oggetto e possesso e non come persona. Nessuna persona può essere comprata o venduta.
Tanto meno nessuna donna può essere usata come merce da comprare o da vendere.


Dalla rivista “Il Cenacolo” – 01/06/2001