Una vita capovolta
La vita, per natura sua, per struttura datale da Dio, è scambio, è dare e ricevere. Gli uomini dunque devono comunicare a livello di individui e popoli.
C’è però un difetto essenziale in questa comunicazione: gli uomini agiscono per necessità e ognuno cerca di dare meno che può e prendere più che può dal proprio simile, per cui la guerra è strutturale nella società umana. Come conseguenza si ha che ogni individuo si difende dall’altro; così cresce la paura, la difesa, l’attacco dell’uno verso l’altro. Non solo, ma gli individui si aggregano per necessità di difesa e di attacco, e si formano i gruppi, i partiti, i sindacati, le caste, gli emarginati, le alleanze fra le nazioni, i blocchi contrapposti, le multinazionali, e gli uomini sono perennemente in guerra tra di loro.
Come conseguenza la corsa agli armamenti, interi popoli oppressi e schiavi, i popoli affamati, le guerre per ora locali.
Occorre cambiare.
L’uomo deve capovolgere se stesso e allora capovolgerà le situazioni che ha generato.
Ognuno detiene il bene che appartiene all’altro, sicché ogni persona deve donare all’altro il suo bene. In tal modo le capacità di ognuno divengono titolo di servizio e non titoli di merito e lo scambio, il dare e il ricevere, diventa un bisogno che si basa sull’amore e non sulla necessità, sicché la vita diventa autentica perché diventa comunione.
Allora ogni uomo fa la gara nel donare il più possibile, gratuitamente, perché ama, e la vita diventa dono. Cadono le paure, le difese, le barricate, le armi, e la pace diventa strutturale e quindi permanente. Le aggregazioni, i gruppi umani diventano luoghi dove si impara ad amare e ci si organizza per amare di più. Ogni persona prende dal suo lavoro quello che le è necessario per continuare ad impegnarsi, ad amare.
Certo che per rifondare l’umanità su questa sua intrinseca autenticità occorrono dei testimoni, dei martiri, che sulla scia di Cristo siano obbedienti sino alla morte e alla morte di croce, che si liberino da ogni privilegio, da ogni divisione.
Solo così si comprendono le parole di Gesù: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo” (Lc 6,27-28.30).
La riconciliazione è l’effetto dell’uomo riconciliato con Dio, con se stesso, con la società. La riconciliazione è un modo di esistere, di organizzarsi, basato sul gratuito, che si fonda sulla gratuità dell’amore di Dio.
Lasciarsi riconciliare è lasciarsi possedere dal gratuito, dall’amore di Dio che è stato diffuso nei nostri cuori.
Tratto dall’articolo “La riconciliazione fondata sul gratuito” – La Resurrezione del 23/12/1984 e inserito nella rubrica “Promemoria” in Sempre n.11 – dicembre 2009