SECONDA EDIZIONE

TEMA 2020:
La liberazione delle donne vittime di tratta e sfruttamento

Il “Premio internazionale Don Oreste Benzi. Dalla parte degli ultimi. Anno 2020”, è stato assegnato ex aequo a Dott.ssa Margaret Archer e Dott. Filippo Diaco.
Le motivazioni di tale scelta risiedono nella valutazione che entrambe queste figure di laici, seppure in contesti e con ruoli diversi, sulla base della documentazione pervenuta, hanno avviato un cambiamento interno alla società in risposta all’urgenza della liberazione delle vittime di tratta: l’una aprendo una struttura di accoglienza per donne, anche minorenni, a sue spese non avendo un riconoscimento del governo inglese, l’altro spronando all’interno delle Acli un’attenzione nel reinserimento sociale delle donne migranti vittime di violenza e di tratta.
Dato che l’impegno di don Oreste Benzi è stato costante anche sul fronte dello scoraggiamento della domanda, perchè riteneva necessario non solo incontrare, ascoltare e accogliere le vittime ma anche rimuovere le cause che ne determinano lo sfruttamento, da parte di sfruttatori e clienti, abbiamo valutato di premiare la Dott.ssa Archer in quanto nel 2014, incaricata da Papa Francesco in qualità di Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, ha dato vita ad un costante lavoro di approfondimento della tratta, specie a fini sessuali, nell’ottica neo-abolizionista coinvolgendo rappresentanti di organizzazioni internazionali impegnati nel settore, forze di polizia, donne giudici, giovani contro la tratta e le stesse sopravvissute.
Filippo Diaco, in qualità di vice presidente provinciale delle ACLI di Bologna, è invece un giovane laico con un’attenzione alta per l’educazione delle giovani generazioni su questo tema a partire dall’esperienza degli sportelli di consulenza delle ACLI, delle attività di sensibilizzazione e impegnato a livello sociale e politico, in un confronto aperto con la città.
Infine, rispetto al tema della sessualità vissuta in maniera deviata e a volte con risvolti di dipendenza da parte dei soggetti coinvolti nella tratta a fini di sfruttamento sessuale, la Giuria ha ritenuto fondamentale con questa premiazione porre l’attenzione non solo sull’attività caritativa, sull’impegno nel cambiamento culturale e politico promosso da don Oreste Benzi ma anche sui legami umani e il tema della famiglia. Le relazioni tra maschile e femminile possono infatti ritrovare un’armonia solo se fondate sulla consapevolezza delle caratteristiche diverse dell’uno e dell’altro genere in una logica di complementarietà che la Chiesa, e così pure don Oreste Benzi, ha da sempre a cuore, in quanto specchio della bellezza e della generatività della Creazione.
La liberazione delle vittime di tratta non può avvenire infine se non per l’impegno comune sia degli uomini che delle donne di buona volontà.