«Il mio Capodanno sulla strada dei dimenticati»

Tratto da «Avvenire»
Ci sono dei poveri che ci vengono a cercare, ma ce ne sono altri che non vengono. Quelli dobbiamo cercarli noi. In questa ottica, nell’ultima notte dell’anno siamo partiti per un cammino tra le varie realtà dell’emarginazione. Perché questo giro notturno? È uno dei tanti che compio settimanalmente per incontrare i fratelli e le sorelle che non vengono spontaneamente. Il sacerdote è padre, il padre cerca i figli ovunque si trovino, e in questa ricerca coinvolge anche i fratelli che sono in casa con il padre. È pastorale d’assalto o è pastorale che chiede perdono?

Carità senza il vangelo?

Tratto dal «Messaggero di S. Antonio»

Dobbiamo dare ai poveri, agli ultimi, le risposte ai bisogni che essi oggettivamente hanno, che ci gridano dalla loro situazione reale. Non possiamo «fare qualcosa» per zittire la nostra coscienza. «Qualcosa» purché non ci scomodi, purché non esiga alcun nostro cambiamento, tanto meno qualche rischio. Fare «qualcosa» che non turbi le nostre alleanze, che non dia fastidio ai potenti da qualsiasi parte si trovino.La Chiesa non deve solo portare la croce del fratello, ma deve scovare chi fabbrica le croci e imporre che si smetta di fabbricarle. La chiesa deve abbattere le fabbriche dei poveri e non limitarsi a soccorrere i poveri.