«Sentiamo cosa ci suggerisce oggi don Oreste». È con questo spirito che decine di migliaia di persone – da sole, in famiglia, in comunità – pregano ogni giorno con Pane Quotidiano, il libretto bimestrale che propone le letture liturgiche quotidiane accompagnate da un commento tratto dalle meditazioni di don Oreste Benzi.

In occasione del Centenario, pubblicheremo ogni domenica il Vangelo del giorno con il commento di Don Oreste Benzi.

Il Vangelo della Domenica

con il commento di don Oreste Benzi

7 Dicembre 2025

II Domenica di Avvento

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3, 1-12)

Commento di Don Oreste Benzi

Giovanni attacca le deviazioni e i peccati dell’uomo con espressioni taglienti, tanto impietose quanto salutari, risvegliando il desiderio di scoprire la propria identità che aspira alla santità di Dio. Una storiella racconta di un commesso nel negozio in cui si vendevano tutti i valori: la giustizia, la verità, l’amore, ecc. All’acquirente, che aveva venduto tutto per acquistare questi beni e che dopo avere pagato si aspettava la straordinaria mercanzia, il commesso rispose: «Ma noi vendiamo solo i semi!». Il regno di Dio si realizza nella misura in cui ci sono persone che, dopo averlo scoperto, vendono tutto e vivono solo per il Regno, coltivando solo quel seme. Chi tiene i piedi su due staffe non cammina e cade. Guarda bene come vivi e vedrai se hai scelto il Regno oppure no.

Il commento di don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano.

Come è nato il messalino di don Benzi

L’idea nacque l’8 settembre 2000, durante un incontro di redazione di Sempre, il giornale della Comunità Papa Giovanni XXIII diretto all’epoca dallo stesso don Benzi. Era l’anno del Giubileo, e si voleva lanciare qualcosa di nuovo che lasciasse il segno, per diffondere l’incontro quotidiano con la Parola di Dio e un aiuto a tradurla in azioni concrete per costruire un mondo nuovo.

La prima preoccupazione fu per don Oreste: lui era un prete d’azione, non da scrivania. Sempre in viaggio e al telefono, con una Comunità Papa Giovanni XXIII diffusa ormai in tutta Italia e in vari Paesi del mondo. «Potrei aiutarlo io» intervenne Viviana Viali, una giovane consacrata, collaboratrice del giornale, che da tempo trascriveva e archiviava omelie e meditazioni di don Oreste che utilizzava per il suo cammino spirituale. Avrebbe potuto supportare il Don nella ricerca dei commenti, sia inserendo i nuovi da lui prodotti che pescando da questo archivio. Si decise di partire.

Nel 2001 furono realizzati due numeri unici di Pane Quotidiano che suscitarono subito notevole interesse e così nel 2002 il nuovo periodico venne registrato e iniziò a diffondersi sia in libreria che su abbonamento, divenendo nel giro di pochi anni uno dei messalini più diffusi in Italia.

«Questa è profezia!»

Un ruolo particolarmente significativo Pane Quotidiano lo ha avuto all’alba del 2 novembre 2007, quando si diffuse la notizia della morte di don Benzi. Alle 6 del mattino arrivò il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, entrò nella piccola cameretta spoglia e si inginocchiò ai piedi del letto su cui giaceva il sacerdote.
Il vescovo iniziò a pregare il rosario assieme ai pochi presenti. Tra di loro c’era Kristian Gianfreda che si ritrovò tra le mani una copia di Pane Quotidiano. Lo aprì alla pagina del giorno e, nel leggere il commento alla lettura, rimase incredulo: sembrava la descrizione esatta di quello che stavano vedendo in quel momento.

Lesse ad alta voce: «Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste, perché appena chiudo gli occhi a questa terra, mi apro all’infinito di Dio…».

«Questa è profezia!» esclamò il vescovo.

Quelle parole erano state scelte e stampate mesi prima, eppure sembrava che fosse lo stesso don Benzi a pronunciarle in quel preciso momento, per infondere speranza anche in un momento di grande dolore.

Pane Quotidiano oggi

È quello che succede anche oggi quando si prega con Pane Quotidiano. Attraverso i suoi commenti – tratti dalla immensa miniera di meditazioni che don Benzi ha lasciato in decenni di apostolato – il sacerdote dalla tonaca lisa continua a guidare decine di migliaia di persone in un cammino di conversione continua, per passare, come amava dire, «dalla devozione alla rivoluzione» proposta dal Vangelo.

Oltre alla versione cartacea, che continua ad essere diffusa nelle librerie cattoliche e su abbonamento, Pane Quotidiano è fruibile anche attraverso una App dedicata, con la quale si può attingere anche alla vita dei santi (spesso citati da don Oreste) e persino inviare una preghiera di intercessione rivolta al sacerdote, per cui è in corso la causa di beatificazione.